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La differenza tra FUE e FUT nell’autotrapianto di capelli sta nella tecnica di prelievo delle unità follicolari.

La tecnica di autotrapianto FUT a differenza della metodologia FUE appartiene alla tecnica di autotrapianti più classica, conosciuto anche come “tecnica strip”.

PROCEDIMENTO

La tecnica FUT consiste nel prelievo di losanga di pelle del cuoio capelluto della zona occipitale, previa anestesia locale, che, in un secondo tempo verrà sezionata, dal sezionamento verranno ricavati gli innesti mono e pluribulbari e successivamente trasferiti nelle zone diradate da rinfoltire, con l’ausilio di un microbisturi. Le incisioni saranno realizzate secondo una precisa mappa, in modo da ottenere un effetto armonioso e naturale. Dopo il terzo mese inizierà la ricrescita definitiva dei capelli trapiantati che saranno immuni alla calvizie.

VANTAGGI

I punti a favore della tecnica FUT sono:

  • Favorire il rispetto per il follicolo, fattore importante, perché incrementa la percentuale di ricrescita dei capelli
  • La chioma appare più voluminosa e folta
  • Risultato finale naturale

CHI PUO’ RICORRERE ALLA TECNICA FUT?

I pazienti che potrebbero sottoporsi alla tecnica FUT sono coloro che presentano:

  • Casi di calvizie androgenetica maschile e femminile
  • Diradamenti
  • Aree cicatriziale

Nella calvizie non esiste alcuna terapia medica che, per quanto raffinata, possa dare al paziente, reali vantaggi. Solo con la ridistribuzione dei capelli presenti, attuabile con tecniche chirurgiche, si può porre rimedio ad una calvizie già presente.

Il principio che governa la tecnica dell’autotrapianto è semplice: consiste in un prelievo di unità follicolari dalle aree folte e geneticamente non predisposte alla caduta (solitamente la nuca) che vengono successivamente reimpiantate nelle zone calve.

Il bulbo, durante questo spostamento rimane vivo e vitale senza interrompere il normale ciclo di crescita del capello.

Una delle tecniche di infoltimento utilizzata da Tricomedit è denominata FUT (Follicular Unit Transplantation) consiste nell’asportazione da parte del chirurgo di una sottile losanga di cuoio capelluto dalla regione occipitale non soggetta ad alopecia androgenetica. Dopo il prelievo la zona interessata viene suturata con cura per ottenere una sottile cicatrice residua che, nascosta tra i capelli, diventa pressoché invisibile subito dopo l’intervento.

Dal sezionamento del tessuto prelevato vengono ricavate unità follicolari contenenti da 1 a 5 capelli che corrispondono alla naturale distribuzione dei capelli sul cuoio capelluto. Le unità follicolari vengono preparate al microscopio da un’equipe specializzata in modo da non essere danneggiate. E’ importante mantenere intatta la loro vitalità e conservarle in ambiente umido e refrigerato sino al loro impianto. Il chirurgo nel frattempo realizzerà delle piccole incisioni sul cuoio capelluto nell’area ricevente. Questa è una fase chiave dell’intervento: in questo momento si stabilisce la densità dell’impianto e l’inclinazione del capello. Una corretta esecuzione delle incisioni rende più agevole anche la fase successiva di inserimento degli innesti con il vantaggio di ridurre al minimo il sanguinamento, preservare la vitalità dei tessuti e dei capelli circostanti e offrire un aspetto naturale ai capelli trapiantati. Il numero dei capelli che si può trapiantare con questa tecnica è variabile, dipende dalla quantità dei bulbi presente nella zona donatrice, dall’età del paziente e dal numero di sedute previste in relazione all’evoluzione della calvizie.

La precisione in questa fase ci consente di ottenere una percentuale di ricrescita dei capelli trasferiti pari al 100%. La durata media dell’intervento dipende dal numero di unità follicolari pianificate. Al termine dell’intervento non ci sono bendaggi o fasciature, poiché l’area trapiantata non necessita di alcuna copertura. Il post operatorio è spesso la maggiore preoccupazione dei pazienti: abbiamo lavorato molto per fornire al paziente il recupero più rapido e possibile.

Oggi la maggior parte delle persone, riprende l’attività lavorativa dopo qualche giorno senza che nessuno si accorga dell’intervento eseguito. Completata la seduta di microautotrapianto si nota solo un lieve rossore. I piccoli coaguli scompariranno spontaneamente in pochi giorni con i lavaggi successivi. In caso di dolore leggero il chirurgo prescrive preventivamente un antidolorifico di copertura e se l’intervento è stato eseguito nell’area frontale la prescrizione può avvenire per un antinfiammatorio che favorisce il veloce riassorbimento di un eventuale minimo gonfiore che in ogni caso è privo di effetti negativi per l’intervento.

Il primo lavaggio dei capelli è fondamentale; nei centri Tricomedit viene fatto direttamente dagli specialisti contestualmente ad un primo controllo ripetuto dopo sette giorni. I lavaggi successivi e la disinfezione del cuoio capelluto si possono eseguire liberamente a casa con prodotti specifici. Dopo quindici giorni verranno rimossi i punti di sutura nella zona del prelievo controllando zona donatrice e ricevente. Gli esperti Tricomedit raccomandano di evitare traumi ed irritazioni nella zona interessata: niente esposizione dirette al sole o trattamenti chimici in generale per trenta giorni.

Una prima stima del risultato dell’autotrapianto si potrà avere dopo circa 3 mesi e l’infoltimento sarà progressivo fino ad un anno dalla data dell’intervento.

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