
Le cure per l’alopecia funzionano sempre?
Nella calvizie androgenetica, in cui la manifestazione assume caratteri assai diversi da persona a persona ed è fortemente influenzata da molte variabili (dermatite seborroica, allergia a farmaci, malassorbimento, etc.) va detto chiaramente che non esiste un prodotto o un protocollo terapeutico valido per tutti, o comunque migliore in assoluto.
Nell’alopecia androgenetica l’uso combinato di più principi attivi offre risultati ben superiori alla semplice somma dei loro benefici. E’ indispensabile, quindi, una grande esperienza del curante che può, caso per caso, indicare il connubio più idoneo di farmaci, variandolo, se necessario anche più volte, nel corso della terapia.
Studi effettuati (1995-1997) su un ampio campione di uomini hanno dimostrato che i risultati delle recenti terapie contro la calvizie androgenetica possono essere definiti soddisfacenti in più del 90% dei casi (in alcuni casi si è addirittura misurata una ricrescita di venti nuovi capelli per centimetro quadro dopo un anno di cura).
Tali percentuali di successo non sono, però, assolute dato che nei gruppi di studio sono presenti casi con diversi stadi di “gravità” del fenomeno calvizie e di età differenti al momento in cui inizia la cura.
E’ facile intuire che se consideriamo solo pazienti di 20-25 anni, che iniziano a curarsi ai primi sintomi, la percentuale di “risultato soddisfacente” sarà prossima al 100%, con svariati casi di un’elevata ricrescita di nuovi capelli; al contrario se isoliamo pazienti di 40-45 con calvizie androgenetica non curata da anni i risultati della terapia saranno decisamente meno entusiasmanti.
Si può quindi concludere che esiste una relazione inversa fra “vecchiaia della calvizie” ed entità dei risultati. Come sempre in medicina è preferibile “prevenire che curare”, questo è un motivo in più per sottoporsi ad un controllo al primo sospetto.
Per finire, come per tutte le cure, giocano un ruolo importante la ricettività soggettiva e la compliance del paziente (ovvero la costanza e puntualità nel seguire la terapia) che possono fortemente influenzare la percentuale di successo terapeutico